domenica 22 giugno 2014

Le disavventure di due sposini siciliani (gennaio 2010)





UNA FIAT 131 MIRAFIORI


La schiena della vittima con i colori invertiti sembra mostrare un volto.


Note personali del blogger: Chiesi a suo tempo al Direttore Editoriale Lavinia Pallotta se potevo scansionare questo articolo della rivista ed immetterlo su di un mio spazio web e lo ricopio qui su blogger. Ella mi disse che per evitare di violare eventuale diritti d'Autore, bisogna avere assenso di chi ha scritto l'articolo. Ho cercato e ricercato Ettore Interdonato che ha scritto l'articolo pubblicato a gennaio 2010 senza fortuna.
Perchè mi interessa moltissimo questo articolo? Ebbene si. Mi sono trovato ad avere a che fare anche io con i MIB. Presi una targa nel 2008 e non scordo quanti dispetti e "giochini" subii negli anni. Il mio primo incontro con i MIB risale a settembre 1999 dove poi mi licenziai dal posto di lavoro. Ho avuto una marea di problemi come questi due sposini siciliani con questi uomini in nero e non stento a credere che abbiano causato non pochi problemi a questa coppia in Sicilia come nel mio Trentino Alto-Adige nel corso degli anni. Ecco spiegato perchè mi interessa molto questo articolo che giudico attendibile.
Se X-TIMES ha preso una targa falsa falsa in Sicilia di una 131 mirafiori, qualcuno ne ha presa un'altra ad Ottobre 2008. La targa è falsa anche perchè l'auto che ha quella targa, non è stata immatricolata nel 2008 e non è una BMW nera di grossa cilindrata e come recava l'adesivo giallo in fianco (08 ovvero 2008) ma da verifica di chi ha avuto la disavventura di trovarseli nuovo di fronte (io) è immatricolata nel 2007 e avrebbe oltretutto dovuto recare l'adesivo 07 giallo fianco e non 2008.
Datemi pure del pazzo tanto ci sono abituato,ma ho un odio smisurato verso i MIB e penso che se non mi fossi trovato a vederli in azione io stesso, stenterei a credere a questi racconti. Penso lo stesso valga per Ettore che ha scritto l'articolo e che se li è visti davanti. Certo di non acer causato danno alla rivista, qualora invece ci fossero problemi, basta contattarmi. Mi ritengo un blogger corretto, non cerco fama, non sono un esibizionista, mi sono semplicemente trovato a vivere un Calvario come i due sposini della Sicilia e sono incazzato come una bestia con "le giacchette nere" e tutto ciò che vi è dietro.

 


mercoledì 28 maggio 2014

Microchip e meridiani cinesi - Programma Abduction

Microchip e meridiani cinesi - Programma Abduction
▲ Impianto corrispondente al punto 20 del MERDIANO "GI" (laterale destro e sinistro)
▲ Impiant (microchip) corresponding to the point 20 of the merdian chinese "GI" (left and right side)
► Posizione EPIFISI (RADIOGRAFIA CRANICA)
http://it.wikipedia.org/wi ki/Epifisi


Collegamenti tra il fenomeno dei rapimenti alieni,delle abductions e la tecnologia dei micro-impianti


Collegamenti tra il fenomeno dei rapimenti alieni e la tecnologia dei micro-impianti.
Da circa 10 anni, il numero di coloro che ricordano di aver vissuto esperienze davvero strane durante l’infanzia e/o nell’età adulta, concernenti il presunto rapimento da parte di entità intelligenti aliene, è in costante aumento. Una volta ‘prelevato’ e – di solito – trasportato in un luogo descritto, ora come una astronave, ora come una base sotterranea, il soggetto viene sottoposto ad una sorta di esame medico nell’ambito del quale gli vengono prelevaticampioni di sangue, di ovuli (se femmina) o di sperma (se maschio). A partire dalla seconda metà degli anni ottanta, qualche ricercatore cominciò a riferire che, alcuni dei rapiti, ritenevano che fossero stati installati degli oggetti artificiali nei loro corpi. Tali impianti, affermavano gli individui in questione, consistevano – nella maggior parte dei casi – in minuscoli congegni inseriti (tramite delle sonde) nel naso; i soggetti se ne erano resi conto in quanto, subito dopo il supposto rapimento alieno, senza alcuna evidente ragione patologica od organica, avevano incominciato ad avere frequenti episodi di epistassi (ossia perdita di sangue dal naso), preceduti da episodi notturni di lieve entità scoperti in seguito al ritrovamento di tracce ematiche sul cuscino. 
Nel corso dei restanti anni ottanta, fino ad arrivare ai giorni nostri, il numero degli individui che si ritengono fatti oggetto di ‘rapimento’ da parte di ‘alieni’ e, allo stesso tempo, di aver subito l’innesto – in qualche punto del corpo – di un piccolissimo ‘oggetto estraneo’, è salito vertiginosamente fino a riguardare un rapito su quattro. Nei racconti di questi ultimi, vengono indicati punti diversi del proprio corpo quale sede del supposto micro-impianto: il naso, la testa, l’orecchio, e la bocca. Più raramente, si riferisce di ‘oggetti’ installati in punti diversi da quelli ora citati.Estrazione di micro-impiantiPer questo, molti ricercatori si sono dedicati alla ricerca di impianti chirurgici di questo tipo nell’intento di dimostrarne l’origine allogena. Il più delle volte, tale risultato è stato disatteso ma, nel caso del rapimento di Pat Parrinello (‘prelevato’ già all’età di 6 anni), ad esempio, è stato segnato un punto a favore. Quest’ultimo, difatti, è stato uno dei primi a sottoporsi ad un intervento chirurgico finalizzato al recupero di un tale impianto ‘alieno’. Con Pat Parrinello, nell’agosto del 1995, si sottopose allo stesso tipo di intervento chirurgico anche una donna che,avendo richiesto espressamente di mantenere riservate le proprie generalità, indicheremo con il nome di Janet. 
Questa presentava dei supposti ‘impianti’ nel piede sinistro. Tali interventi furono eseguiti dal chirurgo Roger K. Leir nella sua sala operatoria sita a Ventura, in California -USA-. I due rapiti sopra citati erano stati portati, al Dott. Leir, dal noto ricercatore Derrel Sims. Gli interventi vennero eseguiti nel massimo riserbo. Nel corso di detti interventi, il Dott. Leir tentò un esperimento. Prima di estrarre gli ‘oggetti’, diede qualche colpetto proprio in corrispondenza degli impianti. Pat e Janet, ai quali era stata praticata una anestesia locale, reagirono sobbalzando al punto che, quest’ultima, stava per cadere dal tavolo operatorio. Leir rimase colpito da questa reazione, dal momento che l’anestesia locale avrebbe dovuto eliminare ogni tipo di percezione degli stimoli e, quindi, ogni reazione agli stessi. Subito dopo, ecco un’altra scoperta: l’oggetto impiantato nel corpo di Parrinello era magnetizzato. Difatti, avvicinando il sensore di un magnetometro al punto dove questo era innestato, l’indice dello strumento segnava un forte incremento del campo magnetico. 
Dopo l’estrazione, che risultò piuttosto laboriosa in quanto, – essendo magnetizzato – l’oggetto in questione si attaccava alla lama del bisturi, tale magnetizzazione scomparve. Alla fine dell’intervento chirurgico, dal corpo di Parrinello venne estratto un oggetto di 4 mm. per 2 mm., di colore scuro,avvolto da una membrana di emoglobina e cheratina (sostanze, queste, entrambi presenti nell’organismo umano). Un tale tipo di membrana si forma naturalmente come risposta dell’organismo all’intrusione (accidentale o meno) di un corpo estraneo e, come venne appurato in seguito, il tessuto in questione aveva un DNA (acido desossiribonucleico) compatibile con quello del soggetto ospitante, ossia con quello di Pat Parrinello. Il Dott. Leir escluse subito che, il corpo estraneo estratto, fosse una comune cisti; questo, difatti, oltre a presentare numerose terminazioni nervose, era così consistente che non lo si poteva tagliare nemmeno con uno scalpello.Dal corpo di Janet, invece, furono estratti due oggetti di composizione simile, uno dei quali era di forma triangolare e misurava 1,5 mm. per lato. Il ricercatore Derrel Sims, portò tali ‘corpi estranei’ all’Università di Houston, per essere sottoposti ad analisi più approfondite.Il punto centrale della ricerca sui presunti impianti alieni è: questi piccoli ‘corpi estranei’ sono entrati nell’organismo dei soggetti in modo naturale, oppure sono stati installati da entità allogene?Sotto la membrana bio-compatibile che li avvolgeva, gli oggetti in questione apparivano composti da lamelle metalliche bianche e lucenti. L’analisi chimica rivelò la presenza di un elemento naturalmente assente nel corpo umano: il Boro. Sottoposti alla luce ultravioletta, tali impianti assumevano una colorazione verde luminosa. A questo proposito, Sims afferma di aver sottoposto altri presunti rapiti alla luce ultravioletta e di aver osservato che, l’effettiva presenza di tali ‘corpi estranei’ viene evidenziata da una colorazione verde luminosa dell’epidermide sotto la quale gli stessi sono alloggiati. Nel 1996, Sims, dopo aver eseguito numerosi altri esperimenti simili, atti a rilevare la presenza di impianti, affermò di aver recuperato altri 13 oggetti del genere dai corpi di altrettanti individui rapiti da alieni.

Controllo Mentale – Parte 1
Secondo quanto ha scritto il ricercatore statunitense Martin Cannon nel suo libro dal titolo: ‘The controllers, a new hypotesis of alien abduction’, ‘…La conferma più interessante della realtà del fenomeno delle abductions (ossia dei rapimenti alieni – N.d.A. -), sta nei cosiddetti ‘impianti’: minuscoli oggetti – questi – d’incerta natura che molte vittime di rapimento mostrano di avere inserito sotto la pelle, in qualche punto del loro corpo, e che in certi casi risultano essere stati inseriti nella stessa scatola cranica del soggetto (attraverso le fosse nasali), come è stato rilevato attraverso indagini radiografiche e di risonanza magnetica’.C’è chi ritiene che, tali ‘corpi estranei’ intracranici rivelati da indagini cliniche del tipo di quelle sopra menzionate, siano sofisticate apparecchiature di origine extraterrestre, usate per il controllo dei soggetti e/o per ‘monitorare’ l’ambiente circostante. Molti di questi presunti impianti non sono raggiungibili chirurgicamente senza esporre il paziente a gravi rischi per la propria incolumità fisica. In ogni caso, la presenza stessa di tali ‘oggetti’ non può che rafforzare l’ipotesi, avanzata da molti, di una sorta di ‘manipolazione tecnologica’ del comportamento e, al limite, anche della psiche, di un gran numero di individui umani da parte di entità di natura – per ora – ignota o, quanto meno, controversa.Comunque sia, ammettendo – sempre per ipotesi – che i responsabili di un tale operato siano effettivamente una o più specie aliene, non pare che queste facciano ricorso a delle tecnologie ‘fantascientifiche’. Anche nell’ambito dello sviluppo tecnologico umano, difatti, da diversi decenni sono in corso studi – e si sono realizzate applicazioni – proprio su tale inquietante campo delle neuroscienze inerente il controllo della mente e del comportamento umano.Risalgono a circa 40 anni fa le prime ricerche di Josè Delgado, un neurologo della Yale University che, mediante l’elettrostimolazione del cervello, cominciò ad individuare le diverse aree di questo responsabili di certi comportamenti e del manifestarsi di determinati stati emozionali. Delgado realizzò un apparecchio chiamato ’stimoceiver’, mediante il quale era in grado di esercitare una sorta di controllo a distanza su animali ed esseri umani. Ad un dato soggetto cavia, sia esso animale o umano, venivano infissi nel cervello alcuni elettrodi i quali andavano a stimolare determinate aree cerebrali. A loro volta, tali elettrodi erano collegati ad un ricevitore di onde radio a media frequenza che si attivavano, selettivamente o in modo combinato, a seconda degli impulsi radio ricevuti. In questo modo, un operatore – da una località anche lontana – agendo opportunamente sullo ’stimoceiver’, era in grado di far percepire ed eseguire – al soggetto in questione – tutta una vasta serie di ben determinate sensazioni ed azioni. In uno di tali esperimenti su di un ‘paziente’ umano, Delgado annotò come, il soggetto in esame, avesse percepito – in successione – le sensazioni di perdita dei sensi, terrore e galleggiamento a mezz’aria. Quest’ultima sensazione, peraltro, è stata indotta ripetutamente nel paziente – nei giorni successivi al primo test – mediante la stimolazione elettrica di aree cerebrali diverse. Ebbene, ogni ricercatore ufologo avrà certamente riconosciuto, negli effetti indotti descritti da Delgado, la stessa sequenza di sensazioni descritte – questa volta – dai ‘rapiti’, allorquando rievocano la supposta esperienza di abduction da loro vissuta.In seguito, diversi altri studiosi hanno portato avanti tale genere di ricerche, delle quali i mass-media hanno sempre parlato troppo poco (ma il perché è ovvio e fa rima con ‘potere’ e ‘controllo dell’informazione’) nonostante la loro natura davvero inquietante. 
Uno di questi, Robert G. Heath, della Tulane University, oltre ad essere riuscito ad impiantare fino ad un massimo di 125 elettrodi nel cervello delle sue ‘cavie’, ha anche scoperto di poterne controllare la memoria, cancellando certi ricordi o evocandone altri. Inoltre, questi era in grado di indurre – nei suoi ‘pazienti’ – il desiderio sessuale, e sensazioni come la paura ed il piacere associandoli ad allucinazioni percettive. Un altro ricercatore, James Olds della McGill University, invece, ha individuato le aree cerebrali che – opportunamente elettro-stimolate – fanno insorgere (nei soggetti cavia umani) sentimenti quali l’attrazione o la repulsione, ed altre che inducono una sensazione di piacere talmente intensa che il soggetto dimentica ogni altra cosa. A tale riguardo, venne condotta una serie di esperimenti su dei topi i quali, agendo su di una levetta, potevano autostimolarsi. Il risultato fu che, tali animali, rinunciavano ad alimentarsi, bere e dormire, pur di azionare continuamente e freneticamente l’elettrodo fino, ovviamente, a crollare sfiniti. Un altro ricercatore, Bryan Robinson, ha studiato il modo di controllare, con il sistema sopra descritto, il comportamento sociale di animali evoluti come le scimmie. Questi difatti, usando un comando a distanza, riusciva a trasformare gli individui dominanti di un dato gruppo in individui sottomessi, e viceversa. Robinson – inoltre -, era riuscito finanche a controllare i comportamenti istintuali profondi di tali animali giungendo, tra le altre cose, a fargli venir meno l’istinto di sopravvivenza, o inducendo le madri ad ignorare il richiamo dei propri piccoli.

Controllo Mentale – Parte 2
John C. Lilly, un ricercatore divenuto famoso per i suoi studi sui delfini (fra le altre cose convinse la marina USA ad utilizzare tali animali, controllati appunto mediante l’elettrostimolazione cerebrale, in operazioni di guerriglia subacquea), in un articolo sulla rivista ‘The Scientist’ ha rivelato l’esistenza di una evoluzione – ancora più inquietante – in tale campo delle neuroscienze legate al controllo mentale. ‘Il Dott. Antoine Remond di Parigi – afferma Lilly nel suo scritto – sviluppando queste tecniche ha dimostrato che, la stimolazione del cervello, può essere attuata su soggetti umani anche senza l’intervento del neurochirurgo, cioè senza dover necessariamente ricorrere all’impiego di elettrodi nella massa cerebrale. Questo significa che chiunque, purché sia in possesso dell’idonea strumentazione, potrebbe influenzare e controllare a distanza il comportamento di un dato individuo senza che, peraltro, ciò sia visibile dall’esterno, come nel caso – appunto – di elettrodi fuoriuscenti dal suo cranio, i quali attesterebbero il controllo in atto sulla persona in questione. Temo – aggiunge sempre Lilly – che, se una tecnologia del genere cadesse in mano a qualche gruppo o struttura segreta deviata, questa potrebbe ‘impossessarsi’ – letteralmente – di un essere umano, giungendo perfino a modificare – dalla sera alla mattina – le sue più profonde convinzioni, senza lasciare alcuna traccia del suo operato’.E’ facile intuire come il Dott. Lilly stia alludendo ad organismi d’intelligence governativi statunitensi quali la NSA, la NSC, o la CIA ed alle accuse – più volte formulate nei confronti di queste e fondate su dati di fatto come, ad esempio, l’esistenza di documenti relativi al programma‘MK- Ultra’ – di perseguire in segreto (per proprio conto ma, molto più probabilmente, per conto del governo) scopi quali il controllo dei singoli individui finalizzato, questo, alla costituzione di una società umana ‘accondiscendente’, ‘docile’ ed ‘attenta’ alla volontà del potere istituzionale. Davvero niente male come ‘programma del week end’ – questo – tenuto conto dell’attuale politica di ‘GLOBALIZZAZIONE’ nonché delle sempre più insistenti voci (ma anche dall’esistenza di vistosi indizi quali, ad esempio, la nascita dell’Unione Europea, i programmi economici del WTO, la perdita di potere dell’ONU, il controllo – sistematico e capillare – esercitato sui mezzi di comunicazione e su quelli d’informazione) concernenti l’instaurazione, peraltro entro breve tempo, di un ‘ GOVERNO MONDIALE‘, sotto il controllo delle elites di potere oggi ai vertici delle massime potenze nucleari.Ritornando all’articolo del Dott. Lilly, quest’ultimo dovrebbe saperne parecchio circa gli scopi di detti programmi segreti visto che, egli stesso, sta portando avanti una serie di ricerche – ovviamente top-secret – relative al controllo a distanza dei primati (ossia – guarda caso – proprio le scimmie più simili all’uomo dal punto di vista genetico).Il ricercatore Martin Cannon sostiene – nel suo libro – che la CIA disporrebbe già di una tecnologia chiamata ‘ RHIC-EDOM ‘. Il significato letterale della prima parte di tale sigla sarebbe ‘Radio Hipnotic Intracerebral Control’ (controllo radio-ipnotico cerebrale), mentre – la seconda parte – sarebbe ‘Electronic Dissolution of Memory’ (cancellazione elettronica della memoria). In sintesi, tali tecniche consentirebbero di indurre a distanza – in un soggetto umano – uno stato di trance ipnotica, di inviargli sensazioni, di fargli percepire allucinazioni, di inviargli comandi motori, nonché di cancellare il ricordo sia delle istruzioni ricevute che delle azioni conseguenti. Per ottenere tutto ciò, si farebbe uso di una versione estremamente sofisticata e miniaturizzata dello ‘ stimoceiver ‘ realizzato da Delgado, che deve essere inserito nel corpo del soggetto, a contatto con una terminazione nervosa la quale, nel caso specifico, funziona come una sorta di ‘terminale remoto’ collegato all”elaboratore centrale’, cioè il cervello. L’apparecchio in questione, dunque, sarebbe in grado di inviare stimoli e – finanche – suggestioni post-ipnotiche, in grado di indurre il soggetto a compiere azioni al di fuori della propria volontà. La cancellazione della memoria – sempre nel caso di un soggetto umano – si otterrebbe interferendo, opportunamente, nella trasmissione dei segnali elettro-chimici tra gli assoni ed i neuroni cerebrali, mediante campi elettrici indotti da fasci di microonde. Anche in questo caso, il nesso con il fenomeno delle ‘abductions’ è evidente. Sono tantissimi, difatti, i casi d’incontri ravvicinati del 3° tipo, nonché quelli di supposto rapimento alieno, in cui il soggetto umano coinvolto accusa la perdita del ricordo cosciente di un certo periodo di tempo, fenomeno – questo – meglio noto come ‘missing time’. In questi casi, gli eventi vissuti – di frequente traumatici – possono essere riportati alla luce soltanto mediante l’ipnosi e/o tecniche di rilassamento profondo. Sempre a questo proposito, è sintomatico il ricordo – da parte del soggetto umano – della percezione di essere investito da un ‘raggio luminoso’ – dalle caratteristiche diverse – in seguito al quale questi ha, temporaneamente, perso i sensi.Nel 1974, J.F.Scapitz, un ricercatore finanziato dal Dipartimento della Difesa, ebbe un’intuizione agghiacciante: combinare i risultati degli studi sull’ipnosi raggiunti nel programma MK-ULTRA con la più recente tecnologia delle microonde. In una breve nota inviata al Dipartimento della Difesa, Scapitz scriveva: ‘…..si dimostrerà che una parola pronunciata dall’ipnoterapeuta può essere convogliata da energia elettromagnetica modulata direttamente alle parti del cervello che sovrintendono al subconscio, senza l’impiego di alcun dispositivo tecnologico per ricevere o decodificare i messaggi’.Per la prima volta, si veniva a conoscenza del fatto che, le agenzie d’intelligence statunitensi, avevano la possibilità di manipolare a distanza la mente di un individuo. Ma Scapitz andò anche oltre, dichiarando che tutto questo si poteva fare senza che il soggetto ‘prescelto’ si accorgesse di quello che stava accadendogli. Da allora, l’argomento del ‘controllo mentale’ è stato sottoposto a regime di ‘massima segretezza’. Nonostante tale censura, però, continuano ad essere diffuse ’schegge’ di verità, provenienti principalmente da fonti non statunitensi, dalle quali emerge uno scenario desolante ed agghiacciante. Sussistono indizi sostanziali e prove circostanziali secondo cui, le tecnologie relative al controllo della mente ed alla modificazione del comportamento umano, sono attualmente nascoste dietro un programma denominato ‘Non Lethal Defence’ (NLD).L’annuncio, dato nel 1995, che le armi non letali, come le microonde ad alta energia e i dispositivi a radiofrequenza, stanno per essere date in ‘dotazione’ alle forze di polizia, ha destato sgomento ed allarme in vasti strati dell’opinione pubblica internazionale. Questo progetto congiunto chiamato ‘ Operations Other Than War ‘ (Operazioni Diverse Dalla Guerra), conferisce ai militari la possibilità di intervenire in ambito civile con la scusa ‘dell’ordine pubblico’ e della ‘difesa delle istituzioni’, cosa – questa – assolutamente contraria alla costituzione degli Stati Uniti. Ma, come è facile intuire, basterebbe che il governo invocasse, pretestuosamente, uno stato di ‘emergenza nazionale’ (innescato, ad esempio, da una situazione come il ‘Millenium Bug’, una catastrofe naturale di vaste proporzioni, una qualche epidemia su scala continentale o globale, oppure una presa di contatto – palese e diffusa – con intelligenze aliene) per giustificare il ricorso alla ‘legge marziale’, perché le fragili ‘libertà democratiche’ sancite da qualsivoglia costituzione, vadano – definitivamente – a farsi benedire.Sarebbe dunque la CIA (o qualche altra struttura super segreta) la vera responsabile delle abductions? Questa è l’ipotesi portata avanti da Cannon, e da quanti – come lui – sostengono che i rapimenti effettuati finora costituirebbero le ‘prove sul campo’ delle tecnologie per il controllo della mente umana, in vista dell’asservimento generale dell’umanità. 
Gli alieni, quindi, sarebbero soltanto una mascheratura, una ‘operazione di controinformazione’, ordita per celare – ai mass-media ed all’opinione pubblica mondiale – i veri responsabili e le vere finalità del fenomeno dei ‘rapimenti’.Altri invece – come i pazienti della ricercatrice Donna Higbee – sostengono l’ipotesi di una matrice aliena del fenomeno ‘abductions’, mentre – altri ancora – affermano che le tecnologie per il controllo della mente umana facciano parte del ‘prezzo’ pagato dagli alieni ai governi in cambio di copertura e libertà d’azione per quanto riguarda le loro attività sulla Terra, compreso quelle legate – almeno apparentemente – agli innesti embrionali ed all’ingegneria genetica (tra la loro e la nostra specie) più in generale.La tecnologia TerresteDai primi megacomputer grandi quanto un intero appartamento fino agli odierni palmari, veri uffici in miniatura, la tecnologia terrestre sembra aver voluto percorrere un solo percorso preferenziale: la miniaturizzazione estrema. In abbinamento a ciò c’è stata una considerevole evoluzione dal punto di vista delle velocità dei processi di calcolo. Si è passati dalle giornate intere dei primi cervelloni elettronici per effettuare semplici calcoli, alle frazioni di nanosecondi per gli attuali computer per il calcolo di miliardi di operazioni. Tutto ciò non è stato fine a se stesso, come i più potrebbero pensare forse per mancanza di dimestichezza con i mezzi informatici, ma con un obbiettivo ben preciso ed utile: giungere a calcolatori sempre più piccoli e potenti tanto da competere con le potenzialità del cervello umano. Tale obbiettivo, infatti, se raggiunto potrebbe aprire scenari futuri altamente instabili che da chi ne trarrebbe vantaggi sono decantati come fantastici ed utili al genere umano. Gli attuali indirizzi di impiego delle tecnologie scaturite dalla miniaturizzazione e dal potenziamento dei computer sono una sintesi di fantascienza ed incubo. Proprio in virtù del confronto ed il futuro eventuale superamento delle capacità del cervello umano, stanno portando i tecnici di tutto il mondo a varare esperimenti di bio-informatica: si sta tentando di interfacciare il cervello umano con i computer. Ma, al di là delle retoriche di parte portate avanti da chi ha l’interesse a finanziare certi programmi di ricerca e sperimentazione, tutto questo a che scopo viene fatto? Basandoci su i dati che la letteratura in merito ci fornisce ci si dipana uno scenario tutt’altro che tranquillizzante. Miniaturizzazione È fra i luoghi comuni che la macchina è sempre stata al servizio dell’uomo. Questo per motivi pratici nonché per limiti tecnologici era vero fino a qualche tempo fa. Si utilizzavano le macchine (in tutte le varianti) compresi i computer per rendere più facili e leggeri certi lavori fisici o mentali da compiere. Sono certamente servite per tali scopi e continuano ad essere utili. Ma da qualche tempo la miniaturizzazione ed il potenziamento di calcolo dei computer (le ‘macchine’ di oggi), stanno rendendo possibile il raggiungimento di un traguardo insperato già solo fino a sette anni fa. Non ci sarà più bisogno di utilizzare il corpo intero per dire ad una macchina, dotata di computer, cosa deve fare. Sarà direttamente il cervello umano a comandare il computer. Cioè, in altre parole, il computer sarà capace di interpretare i segnali del cervello. Ma ciò, è utile da un lato poiché rende tutto più veloce e facile, ma d’altro canto rende anche possibile il contrario. Un computer interfacciato con un cervello, potrà essere comandato di leggere o di comandarne un altro. Impossibile? Gli esperimenti sempre più numerosi in tal senso dimostrano il contrario:
  • 1. Il CNRS francese, ci riporta il volume 265 di Science del 16 settembre 1994, ha sintetizzato un transistor completamente composto in materiale organico. Non vi sono elementi metallici. Si parla già di ‘cellule elettroniche’. Sarà utilizzabile per applicazioni biologiche ed è tanto resistente ed efficiente da poter soppiantare in pochi anni i microchip attuali.
  • 2. Riporta il numero 11 di Defense News del 20-26 marzo 1995, che il Laboratorio di Ricerche Navali a Washington, come affermato dall’ex direttore Pat Cooper, sarebbe riuscito a far crescere neuroni viventi su chips di computer. La ricerca, portata avanti dal dottor Joel Schnur, ha condotto alla creazione della tecnica Hippocampal Neuron Patterning (Modellazione Neurone Ippocampale), la quale apre prospettive di utilizzo di animali ed umani comandati via computer per azioni di guerra. Il risvolto ‘positivo’ delle ricerche potrebbe essere quello di ampliare infinitamente la memoria umana utilizzando questi chips per l’immagazzinamento di informazioni. Tutto questo, prima coperto dal più stretto riserbo, è trapelato in un congresso della Difesa americana.
  • 3. All’Istituto di biochimica Max Planck a Martinsried in Germania dei biologi sono riusciti ad interfacciare un chip con un neurone di una sanguisuga. Il chip emettendo segnali elettrici interagisce con il neurone della sanguisuga riuscendo a stabilire un contatto che determina un vero e proprio dialogo con l’animale. Il risultato è stato quello di riuscire ad indurre l’organismo a procedere in avanti o indietro ‘a comando’.
  • 4. Il Daily Mail del gennaio 1997 ci riporta la notizia riguardante gli esperimenti condotti da ricercatori dell’Università di Tokyo. Questi hanno testato un sistema in grado di robotizzare uno scarafaggio sostituendo alle antenne e alle ali di questo un microchip. Possono quindi ‘controllare’ lo scarafaggio e munirlo di telecamera per utilizzarlo in situazioni ove sarebbe impossibile l’utilizzo di mezzi più ingombranti.
  • 5. I laboratori di ricerca inglesi del gruppo Thorn-EMI hanno messo a punto un chip ad effetto di campo sensibile agli ioni che permetterà di creare veri e propri laboratori chimici in miniatura.
  • 6. Un’équipe di ricercatori della British Telecom ha prodotto un particolare tipo di chip in grado di immagazzinare una quantità di dati finora inimmaginabile. L’applicazione prevista sarà quella di utilizzare questo chip in ‘registratori vitali’ in grado di rendere possibile l’immortalità (almeno si pensa) potendo trasportare un chip riempito di tutte le emozioni e conoscenze dell’individuo ‘di origine’ su un ‘individuo ricevente’ che automaticamente, interfacciando opportunamente questo chip al cervello, diventerà l’individuo di origine. Una sorta di ’scatola nera dell’individuo’ o ’soul catcher’ (acchiappa-anima).
  • 7. All’Atlanta Veterans Affaire Medical Centre, è stato sperimentato con successo un tipo di chip introdotto nel cervello di un uomo colpito da ictus. Questi, prima impossibilitato anche nelle funzioni respiratorie come nell’articolazione delle parole, riprende possesso del suo corpo grazie alle stimolazioni elettriche indotte dal chip nei centri nervosi cerebrali. Parla tramite un computer che riceve gli impulsi mandati dal chip ad un ricevitore che trasforma questi in modulazioni sonore che permettono la sintesi di parole.
  • 8. Al MIT di Cambridge, negli Stati Uniti, si stanno sperimentando i primi chip farmacologici. Piccoli computer che ingeriti come delle pillole, erogheranno, all’interno dell’organismo del paziente, le sostanze di cui ha bisogno.
  • 9. Ricercatori inglesi stanno pensando di collegare in rete le menti delle persone in una internet mentale. Attraverso un chip impiantato nel cervello, sarà possibile collegarsi direttamente alla linea telefonica e percepire, tramite stimolazioni elettriche del nervo ottico, le immagini mandate dalla rete direttamente sulla retina, gestendo il collegamento solo col pensiero.
  • 10. Il 2 marzo 1990 la Banca Nazionale di Westminster ed il Gruppo NatWest inventano il sistema MONDEX, sistema di pagamento elettronico internazionale. Oggi tale sistema è stato sottoscritto da moltissimi colossi industriali, bancari e del settore telefonico e si stanno sperimentando chip multifunzionali innestati sottopelle per effettuare pagamenti, e per l’identificazione degli individui e per la localizzazione globale.Il traguardo si intuisce. Lontani da ogni citazione da ‘grande fratello’, l’impressione che si ha dei nuovi limiti che la ricerca sta infrangendo, è che un domani a qualcuno farà comodo un mondo interconnesso direttamente fra le persone. Da almeno una decina di anni controlliamo gli animali con ogni sorta di impianti. Domani saremo noi stessi gli impiantati controllati da qualcuno. Tutto ciò non sconvolge più di tanto. Da parecchi anni, infatti, anche il fenomeno ufologico dei rapimenti sta assumendo caratteristiche sempre più da ‘controllo globale’. Lo stesso che forse noi attuiamo sugli animali per scopi benevoli come la preservazione di specie a rischio e finalità di studio. La tecnologia che pian piano stiamo adottando, quindi, è sempre più simile a quella avanzatissima che si riscontra nell’impiantistica ‘aliena’ (o presunta tale), rinvenuta nei ‘rapiti’. Le zone del corpo ove questi vengono rinvenuti, sono proprio quelle zone che biologicamente fanno da autostrade degli impulsi elettrici del corpo umano, quelle zone che vengono studiate proprio dai programmi di ricerca illustrati per un interfacciamento fra uomo e computer, per un’utilità pratica (reciproca?) fra uomo-mente e computer-braccio.Ci sono sempre più similitudini fra la presunta tecnologia aliena dei micro – impianti e quella terrestre nello stesso settoreAlcuni ricercatori del MIT stanno sperimentando con enorme successo quelli che probabilmente saranno i computer di domani: i wearable computer (computer indossabile). In che consiste questo nuovo tipo di ‘abbraccio’ fra uomo e macchina è semplice dirlo: distribuite per tutto il corpo ci saranno tutte le componenti essenziali di un PC odierno: memoria di massa, interfaccia video ed audio, mouse, monitor, cuffie. Il tutto non occuperà uno spazio maggiore di un walkman. C’è già chi, utilizzando le applicazioni di questi nuovi dispositivi, sta immaginando i possibili utilizzi pratici che potrebbero, a loro dire, migliorare la vita.C’è tutta una folta schiera di tecnici ed ingegneri che sta riducendo ai minimi termini i wearable computer rendendoli soltanto ad un’interfaccia cervello-chip. Dall’esperienza più che decennale dell’utilizzo di impianti radio sugli animali, si stanno iniziando a produrre degli impianti per umani dagli utilizzi più vari. C’è chi fra gli industriali statunitensi, ritenendosi a rischio rapimento, si sta facendo impiantare sotto pelle dei chip satellitari per la localizzazione in caso di sequestro; c’è chi fra gli ingegneri informatici più all’avanguardia, si è fatto impiantare dei radio chip in grado di far funzionare tutti gli elettrodomestici al solo avvicinarsi della persona; c’è chi, inoltre, sta pensando di impiantare su tutti noi, sin dalla nascita, un chip personale ed identificativo unico per ogni individuo, che registri in sé tutte le informazioni dell’ ‘ospite’, cosicché semplicemente passando appositi scanner sulla persona si sappia vita, morte e miracoli in barba a tutti i diritti di privacy.Ma naturalmente, è inutile negarlo, chi muove le redini della ricerca e delle industrie affinché tali sistemi si diffondano, pensa più alle ricadute economiche piuttosto che a quelle etiche o evolutive. Se un’idea, qualsiasi essa sia, muove soldi, è una buona idea. Ciò equivale anche a dire che se qualcuno può far affluire a sé fiumi di danaro con idee che esteriormente semplificano qualche aspetto della vita comune, cercherà in tutti i modi di promuovere e diffondere tale idea.Ma che succede allora quando un’idea ha come ricaduta la revisione del concetto di moneta, pagamento e danaro? Visto l’andamento scientifico che sembra tendere ad una globalizzazione forzata tramite mezzi informatici che tendono sempre più a controllare gli individui, come si può non guardare con sospetto alla creazione di un nuovo tipo di moneta elettronica impiantata sotto pelle?
Il concetto di Mondex
Quest’ultima applicazione della miniaturizzazione e dell’informatizzazione delle azioni umane sembra essere ben più drammatica e potenzialmente dannosa di quanto appaia. Se da un lato un sistema di pagamento elettronico potrebbe di fatto eliminare in un attimo il soldo fisico, sostituendolo con uno virtuale, il suo abbinamento a tecnologie invasive come quella dell’impianto di chip multifunzione sotto pelle per essere identificato al solo passaggio di uno scanner sul proprio corpo, fa certamente venire in mente, ripetiamo, ciò che noi facciamo con gli animali per fini di controllo e di studio. Ma tali tecnologie (per schedare gli individui e per utilizzi economici) applicate agli umani, in mano a qualche uomo potente (economicamente e politicamente) non potranno essere utilizzate in modo sbagliato? Oggi ciò che una persona possiede (economicamente) può anche essere riposto in un cassetto e contato ed accumulato autonomamente; domani ciò sarà virtualmente fatto da macchine che attribuiranno un valore economico allo spazio disponibile nella memoria di un computer, gestito da qualche azienda specializzata. Sarà impossibile poter prelevare dei soldi dalle banche poiché i soldi (e le banche come le concepiamo oggi) non esisteranno.A tutto questo scenario, tutt’altro che ‘tangibile’, si aggiunge il fatto che non avremo neanche la possibilità di attribuire un valore monetario ad una semplice carta magnetica, così come avviene oggi con le carte di credito o le bancomat: queste saranno sostituite da chip impiantati sotto pelle che oltre a contenere le informazioni sul nostro conto bancario, conterranno informazioni quali l’identità, la residenza, lo stato sociale di un individuo. Al solo passaggio della nostra persona nei pressi di appositi rilevatori di chip come questi si potrà pagare, comunicare il nostro codice fiscale, far conoscere al medico le malattie avute nell’infanzia e quant’altro si possa immaginare (e si voglia magari tenere riservato). Si capirà bene che tutto ciò non è altro che una equivalenza fra individuo e ciò che è e che possiede. Dato che il sistema MONDEX è stato brevettato in tutto il mondo (in società con la Mastercard), è stato sottoscritto dalle più grandi aziende mondiali che offrono servizi come la telefonia cellulare (si ricorda che è la stessa Motorola che ha prodotto tale tecnologia), il mondo informatico e le software house, consorzi bancari e tanti altri settori economici.C’è il reale rischio che fra breve ogni individuo sarà esattamente ciò che possiede! Ognuno di noi non avrà più la possibilità di gestire materialmente danaro o valori di altro genere ma trasporterà con sé ‘l’informazione’ di ciò che possiede. Tutto questo gestito da una eterea oligarchia di individui che ben conoscono già oggi i vantaggi di una moneta mondiale virtuale, non controllabile se non da chi ne ha i mezzi e le autorizzazioni (queste ultime potranno anche essere negate al singolo individuo che vorrà semplicemente controllare il proprio conto bancario o quanto possiede nel proprio portafoglio virtuale), ben sanno quanto le economie mondiali siano da traino per tutti gli altri settori dell’agire umano (già oggi il consumismo è addirittura alla base delle ricerche scientifiche). Tutto questo vuol dire che un sistema di moneta elettronica sotto pelle potrà rappresentare un cavallo di Troia presente in ognuno di noi, una falsa tecnologia che rende più semplici le attività umane ma che di fatto renderà schiava la popolazione mondiale che accetterà il compromesso (ed annullerà chi non potrà o non vorrà farlo), schiava di un nuovo bisogno creato a tavolino da chi oggi muove le leve dell’ordine mondiale. Non si vogliono creare paure da ‘Grande Fratello’, ma si vuole rendere manifesto un pericolo incontro al quale stiamo andando.I microchip brevettati e prodotti dalla Motorola per la MONDEX (US. Pat. No. 5,513,272) hanno caratteristiche che per i profani possono sembrare la giusta e prevista evoluzione delle tecnologie in uso già da un decennio per l’identificazione animale. Ma le caratteristiche di tali chip sono ben più peculiari di quanto sembrino. Questi microchip misurano tra i 5 ed i 7 millimetri di lunghezza e 0.75 millimetri di larghezza. Il chip consente di contenere fino a 34 miliardi di combinazioni di codici identificativi. Sarà quindi possibile, a dire dalle documentazioni disponibili, memorizzare il nome ed il cognome della persona; la foto del suo viso; il numero di sicurezza sociale con codici internazionali inclusi; le impronte digitali; la descrizione fisica; la genealogia della famiglia; l’indirizzo; l’occupazione; l’appartenenza religiosa; la certificazione penale; dati sulla storia medica della persona.Al loro interno prende posto una batteria ricaricabile agli ioni di litio (si ricaricherebbe grazie alle minime fluttuazioni di temperatura del corpo umano) ed un minuscolo trasmettitore radio in grado di colloquiare con i 66 satelliti in orbita bassa per determinare in ogni momento la posizione dell’individuo con un errore massimo di un metro. Proprio per il principio di ricarica della batteria utilizzata, si sono spesi più di un milione e mezzo di dollari per la ricerca del posto del corpo umano dove la temperatura varia più velocemente. I siti migliori sono risultati la fronte, alla radice dei capelli, e sul dorso della mano destra. C’è da notare che queste due zone del corpo sono quelle dove più frequentemente sono stati ritrovati gli impianti di presunta origine aliena.

Utilizzo delle tecnologie
A questo punto sono plausibili i dubbi sulle reali finalità di tali sistemi applicati sull’uomo (o meglio nell’uomo), sulla loro reale utilità confrontata con i relativi svantaggi che potranno procurare, sulle normali proteste di violazione della privacy che naturalmente scaturiranno. Se quindi si considerano anche le caratteristiche peculiari degli impianti dei ‘presunti’ rapimenti alieni, non si potranno che fare le seguenti considerazioni:
  • 1. I rapimenti alieni non esistono: non sono gli alieni che rapiscono gli umani ma organismi occulti che tentano di sperimentare, senza il consenso delle cavie, mezzi e metodi di controllo di massa grazie agli impianti per riconoscimento e rilevamento geografico;
  • 2. Le tecnologie come quella alla base del sistema MONDEX e simili sono la ricaduta tecnologica dello studio da parte di organismi occulti che hanno già studiato il fenomeno dei rapimenti alieni arrivando alla conclusione che il loro scopo è quello di studiare e seguire da lontano campioni della razza umana;
  • 3. I rapimenti alieni erano (ed in parte sono ancora) il primo stadio di un controllo invasivo da parte di razze aliene della razza umana per vari fini (studio, controllo evolutivo, ibridazione e chi più ne ha più ne metta); le tecnologie ‘terrestri’ di impiantistica come quelle del sistema MONDEX sono, quindi, l’ultimo, più ufficiale, stadio di controllo, magari in accordo con alcuni governi mondiali.Al di là di queste ultime possibilità esplicative dei reali scopi delle tecnologie terrestri descritte, ed al di là delle similitudini con la ‘presunta’ impiantistica di tipo alieno, si sta per compiere un salto di qualità nella cosiddetta ‘globalizzazione’. Forse stiamo assistendo ad una normale fase evolutiva della razza umana, forse si tratta di una deformazione del tanto desiderato Villaggio Globale, ma una cosa è certa: il limite fra una tecnologia al servizio dell’uomo e un uomo succube della tecnologia sta sempre più restringendosi ed è doveroso da parte di tutti aumentare la soglia minima di attenzione da porre sull’utilizzo corretto di tali tecnologie invasive.

COLLUSIONE TRA ORGANISMI MILITARI SPECIALI – SEGRETI – E UNA O PIU’ SPECIE ALIENE: LA TESTIMONIANZA DI MELINDA LESLIE ED ALTRI ADDOTTI
La tesi di una commistione umano-aliena nella gestione del fenomeno dei rapimenti, è altresì condivisa e confermata da svariate testimonianze di addotti (ossia rapiti). Una di queste è Melinda Leslie, della contea di Orange, in California (- USA -), a capo di un gruppo di sostegno per quelle persone che ritengono di essere state oggetto di rapimento alieno. Nel novembre del 1995, nell’ambito di un suo intervento al 5° Congresso Internazionale sugli UFO svoltosi a Mesquite (USA), Leslie affermò che più di tre dozzine di persone, le quali ritenevano di essere state portate a bordo di velivoli alieni – inclusa lei stessa -, successivamente sono state nuovamente rapite ma, questa volta però a condurre il ‘gioco’, sarebbero stati dei militari – umani a tutti gli effetti -, i quali li sottoposero a stringenti interrogatori e ad esami medici. Leslie ha affermato che degli individui del genere (ossia dei terrestri) a bordo di un ‘triangolo volante’ l’hanno rapita e portata in un’installazione sperimentale sotterranea. Lì, degli uomini con indosso delle tute antiradiazioni l’hanno sottoposta ad un accurato esame clinico di tipo ginecologico, e ad altri esami medici. Leslie fu rapita una seconda volta da individui umani appartenenti allo stesso gruppo od organizzazione, ed interrogata da un ‘capitano militare’ con i capelli rossi, il quale le chiese di raccontargli tutto quello che sapeva sugli alieni che, per primi, l’avevano rapita. Uomini in uniforme, ossia dei militari terrestri, erano anche presenti durante alcune esperienze di rapimento alieno, incluso in uno – sul totale di una mezza dozzina – che Leslie ha subito. Quest’ultima, insieme ad altri addotti, è stata sottoposta a ripetuti periodi di sorveglianza ed altri abusi da parte di questi stessi individui. Secondo Leslie, a ‘tirare le fila’ di un tale ‘programma’ c’è il governo USA, o una frangia occulta dello stesso, oppure, una organizzazione militare, operante – anche – sotto una copertura civile. Tutto ciò è in stretta relazione con il cover-up sulla questione UFO. Una qualche organizzazione, per conto del governo degli Stati Uniti, sta costruendo ‘dischi volanti terrestri’ facendo ricorso a tecnologia aliena ed a piloti alieni affiancati da militari.
Melinda Leslie ha anche affermato che, facendo ricerche sulle sue esperienze di rapimento, ha parlato con diverse persone le quali hanno affermato di essere state coinvolte in operazioni governative segrete. Sulla base di tali conversazioni, la Leslie ritiene che degli umani, i quali agiscono nell’ambito di organismi governativi segreti, potrebbero interagire con tali alieni nell’ambito di una qualche forma di parthership collaborativa. Nello stesso tempo però, poiché i terrestri non si fiderebbero degli alieni, i primi – agendo sugli addotti – cercherebbero di carpire maggiori informazioni sui secondi, nel tentativo – forse – di scoprire le vere intenzioni e/o eventuali punti deboli dei ‘visitatori’.Leslie sta lavorando con Kathy Kasten (anche quest’ultima oggetto di abductions sia da parte di alieni che da parte di umani), per convincere il Dipartimento Federale della Salute e dei Servizi Sociali ad indagare su tale presunta ‘organizzazione segreta governativa’ composta da umani, responsabile, secondo le due ricercatrici, dei numerosi casi di ri-abductions di matrice terrestre. Tale indagine si rende necessaria in quanto, secondo le leggi federali – attualmente in vigore negli USA -, tutti i soggetti umani coinvolti in programmi di ricerca medico-scientifici debbono firmare un documento dal quale risulti il loro ‘consenso informato’ ad essere sottoposti ad una tale sperimentazione. A quest’ultimo proposito, Leslie ha aggiunto che, in data 29 agosto 1995, Kathy Kasten ha ricevuto una lettera da parte di Lana R. Skriboll (direttrice del National Institute of Mental Health’s Office of Science Policy and Programm Planning) in cui – quest’ultima – spiega che l’Agenzia ha bisogno di maggiori informazioni dalle presunte vittime di ri-abductions oltre, naturalmente, ai dati anagrafici, l’indirizzo ed il numero della tessera sociale, prima di poter prendere qualsiasi decisione in merito alla richiesta d’indagine (3).Quanto detto finora, sostiene in pieno le conclusioni preliminari raggiunte – già nel 1996 – dal fisico americano Dr. Helmut Lammer, nel suo studio relativo allo specifico aspetto di una comprovata collusione tra militari ed una qualche specie aliena nella complessa faccenda delle abductions di umani. Il Dr. Lammer ha denominato tale programma di studio con l’acronimo di ‘ M.I.L.A.B. ‘ – Military Abductions of Alleged Ufo Abductees – , ossia ‘rapimenti militari di asseriti rapiti ufo’. In detta ricerca difatti, viene dimostrato come – i militari coinvolti nei rapimenti – usino gli addotti (o rapiti) come delle cavie per esperimenti sul controllo della mente e per testare armi a micro-onde. In altre parole, le agenzie d’intelligence usano il fenomeno dei rapimenti alieni come copertura per i loro esperimenti illegali (4).Un’altra conferma, circa l’esistenza di un programma governativo statunitense concernente il controllo della mente di esseri umani, è data dal carteggio relativo ad una causa legale – intentata dal Signor John St. Clair Akwei – nei confronti dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale statunitense (NSA), in cui vengono svelati i retroscena di uno spaventoso dispiegamento di tecnologie e programmi finalizzati al controllo degli individui e, quindi, delle varie società umane. Il documento in questione è stato depositato presso la Corte di Washington D.C. e contrassegnato come ‘causa civile n° 92-0449 (5)’.

Analisi degli impianti
A proposito della forma e composizione di tali impianti, il ricercatore Derrel Sims ha affermato di aver estratto, dal corpo di una ventina di rapiti, altrettanti ‘oggetti’ quali pietre, sferule d’oro, barrette metalliche di varia forma e cristalli. Sottoposti a specifiche analisi, tali ‘impianti’ sono risultati – tutti – essere composti da elementi quali l’Ossigeno, il Carbonio, il Titanio, lo Zolfo, il Bario ed il Berillio. Non è stata trovata traccia, invece, di alcuna parte elettrica (6). Gli ‘oggetti’ in questione si trovano avvolti in una sorta di robusta membrana scura composta da strati concentrici di cellule fibroblastiche tipiche del tessuto connettivo, materiale extracellulare tipo collagene, ed alcune fibre esterne di collegamento al tessuto circostante. In effetti, il corpo umano produce naturalmente un tale tipo di calcificazioni, sia in seguito all’intrusione accidentale di un corpo estraneo come un frammento di vetro, legno o metallo, sia in seguito ad un evento traumatico come un urto violento contro uno spigolo o altro (7).In un congresso ufologico tenutosi a Long Island (USA) alla fine del 1991, Richard Price, un giovane uomo, prematuramente invecchiato secondo i suoi familiari, affermò di essere stato rapito quando aveva solo otto anni da alcuni esseri alieni che gli impiantarono un piccolo oggetto nell’addome. Molti anni dopo, nel corso di un controllo medico, gli venne localizzato – nel basso addome – un piccolissimo ‘corpo estraneo’ sotto la cute, che lo stesso Price finì con estrarre con le unghie, dopo non pochi tentativi. Sottoposto ad analisi, l’impianto in questione è risultato essere composto di tre parti: una interno di colore ambra, un rivestimento esterno bianco e sei piccole appendici adiacenti. Osservato al microscopio elettronico, detto rivestimento è risultato essere composto da elementi quali il Carbonio, il Tantalio, l’Ossigeno ed il Nitrogeno. La sua parte interna, invece, era completamente trasparente. Secondo l’opinione di uno degli investigatori del caso, si tratterebbe di un micro-apparato biologico – non elettronico – di circa 4 mm. di spessore, dotato di cavi o connettori (8). Diversi ‘impianti’ risultano composti da una sorta di metallo nero, lucido, fortemente magnetico, caratteristica, quest’ultima, che però scompare dopo l’estrazione dal corpo del soggetto. Inoltre, se irradiati con la luce ultravioletta, questi stessi ‘corpi estranei’ risplendono di una brillante luce verde (9).David Pritchard, fisico del Massachusetts Institute of Technology (MIT), ha compiuto un approfondito studio su di un presunto impianto, situato negli organi genitali di un uomo che sosteneva di essere stato oggetto di un rapimento alieno mentre si trovava nella sua casa di New York, nel 1955. Lo studio in questione è basato sull’analisi del ‘corpo estraneo’ con uno spettroscopio per masse ioniche, un microscopio ottico e uno elettronico. Alla fine Pritchard ha dichiarato di non essere in grado di identificare con esattezza l’oggetto. Tuttavia, egli ha aggiunto che ciò non vuol dire che si tratti di un oggetto fabbricato da alieni. Tanto più che ‘…l’analisi non evidenzia nessun elemento che non sia di origine terrestre’. Pritchard, che non è uno che crede negli UFO ma neppure uno scettico per convinzione, ha altresì aggiunto che ‘…l’oggetto non sembra essere fabbricato, semmai presenta tutte le caratteristiche di un qualcosa che si è sviluppato internamente all’organismo del soggetto…..ma è anche possibile, però, che gli alieni siano così astuti da realizzare congegni ‘mimetizzati’ ossia con l’aspetto prosaico di un prodotto naturale dell’organismo umano’ (10).

Ipotesi sugli impianti
Secondo il ricercatore Derrel Sims, tali micro apparati potrebbero essere dei neurotrasmettitori di un tipo a noi sconosciuto. Qualcosa di simile a certi chips che noi usiamo per monitorare gli spostamenti e l’attività biologica di molte specie animali. Tali impianti potrebbero essere destinati a registrare le variazioni dei tassi enzimatici dell’organismo umano, ovvero gli indicatori di determinate modificazioni organiche e fisiologiche presenti nella maggior parte delle specie viventi.Secondo noi, tali ‘apparati’ potrebbero essere dei trasduttori biocompatibili. Una sorta, cioè, di ‘diodi semiconduttori’ capaci di far ‘passare’ all’esterno solo determinati segnali elettro-chimici. Questi stessi sarebbero attivati ed ‘interrogati’ mediante l’invio – dall’esterno – di determinati segnali E.M., probabilmente nella banda delle micro-onde. Il loro funzionamento peraltro, come sembrerebbe essere dimostrato dalla caratteristica magnetizzazione ‘biologica’, potrebbe essere simile a quello dei metalli piezoelettrici con la differenza che, mentre questi ultimi producono corrente una volta posti a contatto tra loro, nel caso degli ‘impianti’ questi verrebbero alimentati dai naturali potenziali elettrici cellulari. Ciò non esclude, ovviamente, che – una volta attivati – questi stessi apparati possano fungere anche da trasmettitori nervosi e/o neurali, in grado cioè di interagire con il funzionamento di determinati organi come il cervello, le ghiandole endocrine responsabili dei livelli ormonali, ecc.

Conclusioni
Allo stato attuale dei fatti, non è possibile dare una risposta esaustiva alle domande ‘chi’ è l’autore e quale è il ‘fine ultimo’ delle abductions.Comunque, tenendo in debita considerazione dati di fatto quali:a) l’antichità del fenomeno UFO e, di conseguenza, la sua indubbia natura allogenab) l’antichità del fenomeno delle abductions, di cui ci sono giunte notizie ‘deformate’ dall’ignoranza e dalla superstizione (vedi testi biblici e i testi sacri del resto del mondo);c) le similitudini, più che evidenti, esistenti tra determinati programmi di monitoraggio e salvaguardia di specie animali a rischio, attuati sulla Terra da noi umani, con le modalità del fenomeno dei rapimenti e le varie ’spiegazioni’ – sul fine di queste – fornite agli addotti dai loro ‘rapitori’ ;d) l’esistenza di programmi di retro-ingegneria aliena gestiti da organismi militari e governativi segreti;e) l’esistenza e sviluppo, da parte di organismi segreti governativo-militari, di così detti ‘black projects’ legati a tecnologie per il controllo del comportamento e della mente umani;è molto probabile – dicevamo – che, la verità circa l’identità dei ‘rapitori’ ed il ‘fine ultimo’ del fenomeno delle abductions, debba ricercarsi – come spesso accade per molte altre cose – nel ‘mezzo’ delle diverse ed opposte tesi finora formulate. Ciò potrebbe voler dire che, in realtà, esisterebbe un fenomeno dei ‘rapimenti’ di matrice aliena ed uno, invece, di matrice umana. Nel primo caso, lo scopo di un tale tipo di attività potrebbe – in ultima analisi – considerarsi ‘umanitario’ o – quanto meno – non deleterio. Nel secondo caso, invece (relativo alla matrice umana – governativo/militare – ), conoscendo bene la natura malvagia dell’uomo, constatato – storia alla mano – che l’operato dei governi e delle istituzioni – in genere – persegue fini del tutto utilitaristici e, il più delle volte, in antitesi con gli interessi individuali e collettivi delle diverse società umane, è giocoforza dedurre che – l’attuazione del programma legato alle abductions di umani eseguito da corpi speciali militari e/o governativi – sia finalizzato alla realizzazione di un qualche scenario di controllo e di asservimento – globale – delle varie società umane nei confronti del potere centrale, dalle prospettive decisamente tenebrose per l’intera umanità. Una variante dello scenario appena descritto, è quello della commistione di detti organismi governativi terrestri con una frangia di alieni (contraddistinti – questi ultimi – da intenti esclusivamente utilitaristici o, quanto meno, da un atteggiamento indifferente nei confronti della nostra specie), nel quadro di un accordo che concederebbe libertà d’azione e copertura ai ‘visitatori’, in cambio di nozioni scientifiche e tecnologiche finalizzate allo sviluppo degli armamenti, nonché dei sistemi di controllo mentale individuali e collettivi.A proposito delle diverse ipotesi di soluzione prospettate, è ovvio che le stesse possono tranquillamente coesistere, salvo – poi – ad apportare le giuste modifiche allo scenario generale degli eventi in atto.E’ molto probabile che, una prima risposta, potrà scaturire dai risultati di esami di laboratorio – più approfonditi di quelli finora espletati – a cui si andranno a sottoporre gli ‘impianti’ estratti dal corpo di rapiti. Sempre che, ovviamente, le ricerche al riguardo si estendano sempre più a livello internazionale e gli eventuali risultati non vengano, come accade spesso, manipolati ed inquinati dai soliti ‘faccendieri’ dell’ufologia in combutta con le ben note agenzie d’ìntelligence, vere e proprie – queste ultime – ‘associazioni a delinquere’ poste a difesa dei più spregiudicati, bassi ed insani interessi governativi.

martedì 27 maggio 2014

Quel chip nel cervello di Francesco Ravello (1997)

Un nuovo inquietante risvolto si sta aggiungendo alla già complessa ed oscura vicenda vicenda "ALIEN ABDUCTION" con tutto il suo sinistro contorno di incubi notturni,esistenze gettate nel terrore immonde sperimentazioni e torture fisiche psichiche. A denunciarlo per prima con varie lettere diffuse anche via Internet è stata l'ipnoterapista californiana Donna Higbee,che a Santa Barbara (California) segue da tempo diverse vittime di abduction e recentemente ha constatato un inspiegabile mutamento nel modo di porsi dei suoi pazienti nei confronti dei loro presunti "torturatori alieni". Per capire,bisogna rendersi conto della devastante portata psicologica dell'esperienza di abduction ripetuta nel tempo. Quando essa non è "rivelata",ovvero quando la vittima non è ancora consapevole di ciò che le sta accadendo l'effetto è quello di vedersi prigionieri di un mondo d'incubo, nel quale la solidità del reale è sconvolta e il terrore può fare irruzione da un momento all'altro in casa propria, quando si pensa di esser sicuri nel proprio letto: in macchina quando si percorre una strada solitaria; nei rapporti con persone che si credeva di conoscere bene e che invece rivelano insospettati lati oscuri e in infiniti altri momenti...

Nessun aspetto dell'esistenza comune è risparmiato dal sorgere del'incubo,sotto forma di creature inumane sinistre,di voci grottesche e sibilanti, visioni inspiegabili di immonde manipolazioni del proprio corpo. Quando poi - grazie in genere alle rievocazioni ipnotiche viene a galla l'origine degli incubi e delle visioni ed emerge il ricordo preciso del rapimento da parte degli alieni,il terrore si fa ancora più intenso: perchè da puramente mentale diventa fisico e alla paura dell'ignoto si aggiunge, nella vittima, l'orrore per le violazioni compiute sul suo stesso corpo, per finalità oscure e blasfeme questo - almeno - è quanto è emerso finora dai racconti sotto ipnosi dei pazienti in cura per questa singolare Sindrome,la cui realtà come disturbo della sfera psichica è ormai accettata,anche se ben pochi in verità ritengono che responsabili ne siano effettivamente entità aliene che compiono esperimenti di ingegneria genetica sul nostro pianeta. 

Dell'ipotesi extraterrestre è invece convinta Donna Higbee (nella foto),che ha perciò reagito con inquietudine quando si è accorta che da qualche tempo i suoi pazienti stanno mutando atteggiamento nei confronti dei loro "abductors". Da rapitori e torturatori senza scrupoli,gli alieni si stanno trasformando in entità benevole (affini,riconosceranno gli ufologi,agli "uomini delle stelle" di cui favoleggiavano contattisti degli anni '50). I rapiti vengono rassicurati,si ripete che non verrà fatto loro alcun male,che saranno subito riportati a casa,che gli esperimenti in corso hanno come scopo il loro benessere individuale o quello di tutta la razza umana.Nei discorsi degli alieni viene costantemente portato avanti il concetto che il progresso tecnologico,quale potrà risultare da più profondi rapporti fra le due razze,è la stessa cosa del progresso spirituale: idea che la psicologa - giustamente - ha considerato deviante e pericolosa. Alcune delle vittime,peraltro,si sono rese conto loro stesse che qualcosa stava cambiando nelle loro menti, e hanno cercato di reagire."Per quegli esseri",ha scritto alla Higbee la rapita Dana Buyers di Los Angeles", noi non siamo nulla più che frutti da cogliere. Mi hanno terrorizzata,ferita nel profondo ed hanno quasi rovinato la mia salute.Un violentatore è un violentatore,da qualsiasi pianeta provenga e per quanto intelligente proclami di essere.Perciò,quando ho sentito nascere in me questo impulso a considerarli in fondo non così cattivi, e anzi impegnati a perseguire un qualche nobile scopo al di là della mia comprensione,ho reagito richiamando alla mente tutto ciò che mi avevano fatto e ripetendomi che non c'è motivo per cui io debba cambiare la mia opinione : quegli alieni sono pericolosi,e non gli si deve credere". Un'altra vittima, Amy Hebert del Texas,ha scritto: "Attualmente opero in un gruppo di sostegno a persone che hanno vissuto la mia stessa esperienza,e sto vedendo che i loro sentimenti nei confronti degli alieni stanno passando dalla rabbia e il disprezzo all'accettazione e alla resa incondizionata. Certi rapiti,dopo anni e anni di disperata rivolta,improvvisamente hanno annunciato di ritenere che quegli esseri non siano poi così cattivi,e che anzi possano indurre esperienze spirituali importanti.Queste reazioni sono sorprendenti,specie confrontate con i livelli di rancore e di umiliazione espressi dalle stesse vittime soltanto pochi giorni prima.Siamo forse di fronte a un nuovo tipo di manipolazione mentale da parte degli alieni?" È - ovviamente - la stessa domanda che si è posta Donna Higbee,e che l'ha spinta a chiedere a tutti coloro che si occupano del problema se avessero avuto anch'essi sentore del mutamento in corso e avessero un'idea della sua spiegazione. Secondo alcune delle risposte,si tratterebbe in realtà di una manifestazione della "Sindrome di Stoccolma",la sudditanza psicologica che finisce per legare le vittime di sequestri ai loro rapitori.
Altri, come lo psicoterapeuta Marck Rirchards di Boston, pensano che sia in atto un mutamento culturale all'interno del "mito psicologico" delle abduction. La maggior parte degli interpellati,tuttavia ha espresso un'opinione analoga a quella di Irene Rea ,vittima di ripetute abductions nell'Oregon: "Uno degli aspetti più terrificanti del fenomeno è l'incredibile capacità degli alieni di manipolare le percezione dei rapiti.Mi spaventa molto questa tendenza crescente fra le vittime ad attribuire agli extraterrestri motivazioni benevole e a pensare che si occupino della nostra crescita spirituale e della salute del nostro pianeta. La mia esperienza mi ha convinto che essi sono in grado di manipolare in tutti i modi la realtà apparente". In altre parole,saremmo di fronte a una specie di campagna di "lavaggio del cervello" da parte degli extraterrestri che - per motivi a noi sconosciuti - dopo avere per decenni tenute soggiogate le loro vittime col terrore,adesso stanno cercando di utilizzare suggestioni più sottili.Il che ci riporta ai metodi da loro usati per impadronirsi della mente umana e ad un altro capitolo inquietante del mito dei rapimenti e non soltanto di quello.


LA SPIA SOTTO LA PELLE
"La conferma più interessante della verità del fenomeno delle abductions",ha scritto Martin Cannon nel suo libro The controllers, a New hypotesis of Alien Abduction,"sta nei cosiddetti impianti": minuscoli oggetti di incerta natura che molte vittime di rapimenti mostrano sotto la pelle e che in certi casi sono inseriti nella stessa scatola cranica,come hanno rivelato ingaini ai raggi X e mediante risonanza magnetica. Sono infinite oramai le testimonianze di persone che hanno raccontato di essere state sottoposte dagli alieni a operazioni comportanti l'inserimento di aghi sotto la loro pelle,o hanno descritto l'impianto di oggetti estranei all'interno del loro cranio attraverso le fosse nasali.C'è chi ritiene che i corpi estranei intracranici rivelati dagli esami medici siano sofisticate apparecchiature tecnologiche di origine extraterrestre,usate per il controllo dei soggetti o per "monitorare" l'ambiente circostante".
Molti di questi presunti impianti non sono raggiungibili chirurgicamente senza far correre gravi rischi al paziente. Di recente tuttavia sono state diffuse in tutto il mondo le immagini e i resoconti di un'operazione con la quale il 19 agosto 1995,un chirurgo californiano,il dott Roger K. Leir , ha estratto dal piede e dalla mano di due "rapiti" 3 oggetti minuscoli (di pochi millimetri) di natura metallica,dotati di proprietà magnetiche e connessi a terminazioni nervose. Sono in corso esami per chiarire la natura di questi oggetti (esperienze precedenti hanno sempre dato risultati deludenti,rivelando semplicemente escrescenze di origine biologica) e prima di arrivare a conclusioni occorrerà attendere che tutti gli studi siano terminati. Ma la presenza stessa di queste strutture non può non rafforzare l'ipotesi,avanzata da molti,di una "manipolazione tecnologica" del comportamento e al limite dello psichismo, di certe persone da parte di entità ancòra ignote. Se gli alieni ne sono effettivamente responsabili,non devono peraltro fare ricorso a tecnologie fantascientiche: anche sulla nostra vecchia Terra sono da decenni in corso studi proprio su questa inquitante applicazione delle neuroscienze. Risalgono a quarant'anni fa le prime ricerche di Josè Delgado,un neurologo della Yale University che mediante l'elettrostimolazione del cervello cominciò a individuare le aree della massa cerebrale preposte all'elaborazione di sensazioni particolari. Delgado mise a punto un apparecchio,chiamato "Stimoceiver",con il quale era il grado di esercitare una specie di controllo a distanza sulle persone.Ad un soggetto venivano infissi nel cervello alcuni elettrodi,che andavano a stimolare aree particolari. Gli elettrodi erano collegati a un ricevitore di onde radio a media frequenza e si attivavano a seconda dei segnali ricevuti.In questo modo un operatore che agiva in una località anche remota era in grado di dominare in modo sorprendentemente ampio le azioni e le sensazioni del soggetto sotto esame. In uno dei soggetti, Delgado, notò che il paziente ha manifestato in successione le sensazioni di mancamento dei sensi,terrore e galleggiamento a mezz'aria, la sensazione di "fluttuare" è stata evocata ripetutamente in giorni diversi mediante la stimolazione elettrica di diversi punti". Gli ufologi riconosceranno facilmente,negli effetti descritti dal ricercatore,la stessa sequenza di eventi di cui parlano i rapiti a proposito degli episodi di abduction nei quali vennero coinvolti.In un'altra serie di esperienze,lo scienziato collegò lo stimoveicer alla membrana del timpano,trasformandolo così all'orecchio in una sorta di microfono. Un suo assistente sussurava "Come và?" nell'orecchio di un gatto opportunamente "trattato" e Delgado udiva le parole attraverso un altoparlante posto in un'altra stanza. Altri scienziati hanno portato avanti queste ricerche,delle quali - chissà perchè - la stampa ha sempre parlato poco,malgrado la loro natura inquietante.
Robert G. Heath, della Tulane University (che è arrivato a impiantare fino a 125 elettrodi nel cervello delle sue ""vittime), ha scoperto di poter controllare la memoria,cancellando certi ricordi o evocandone altri. Inoltre,poteva indurre il desiderio sessuale e sensazioni come la paura il piacere, associandoli con allucinazioni. Un'altro ricercatore, James Olds della Mc Gill University,ha individuato le aree del cervello che, se stimolate,fanno suscitare sentimenti di attrazione o repulsione,ed altre che provocano una sensazione di piacere talmente intensa che il soggetto dimenticava qualsiasi altra cosa.
Venne condotta una serie di esperimenti su topi che,agendo su una levetta,potevano auto stimolarsi : gli animali rinunciavano ad alimentarsi,a bere e a dormire,passando tutti il loro tempo ad azionare freneticamente l'elettrodo,fino a crollare sfiniti. Bryan Robinson ha studiato il modo di controllare,con questo sistema,il comportamento sociale di animali evoluti,come le scimmie.Usando il comando a distanza,riusciva a trasformare gli esemplari dominanti di un dato gruppo in sottomessi e viceversa; poteva anche influire sui comportamenti istintuali profondi,facendo per esempio venir meno l'istinto di sopravvivenza,o inducendo le madri a ignorare i piccoli.

UN TEMPO CANCELLATO
JOHN C. LILLY ,uno scienziato divenuto famoso per i suoi sui delfini (fra l'altro,convinse la Marina USA a utilizzare gli animali,controllati appunto mediante l'elettrostimolazione cerebrale,in opearazioni di guerriglia subaquea),in un articolo sulla rivista the scientist ha rivelato una evoluzione inquietante di queste ricerche."il dottor Antoine Remond di Parigi",scrive Lilly,"utilizzando queste tecniche ha dimostrato che la stimolazione del cervello può essere praticata su soggetti umani anche senza l'aiuto del neuro-chirurgo,cioè senza la necessità di infliggere elettrodi nella massa cerebrale. Questo significa che ciunque,provvisto delle necessarie apparecchiature,potrebbe influire a distanza sul comportamento di una data persona vi siano segni esterni,come elettrodi fuoriuscenti dal cranio,a rivelare che essa è sotto controllo.Temo",aggiunge Lilly,"che se una tecnologia del genere cadesse in mano a qualche struttura segreta deviata, questa potrebbe impadronirsi  totalmente di un essere umano arrivando perfino a fargli cambiare di punto in bianco le sue convinzioni profonde senza lasciare alcuna prova del suo operato.
Si capisce che Lilly sta alludendo alla CIA e ai progetti - più volte attribuiti a questa agenzia - di assumere in segreto il controllo politico degli Stati Uniti; e lo studioso dovrebbe saperne qualcosa,visto che sta portando avanti lui stesso una serie di ricerche coperte dal segreto sul controllo a distanza dei primati. Nel suo libro, Martin Cannon sostiene che la CIA disporrebbe già di una tecnologia chiaramente Rhic-Edom. La prima parte della sigla sta per Radio Hypnotic Intracerebral Control (controllo radio-inpotico intracerebrale); la seconda per Electronic Dissolution of memory cancellazione elettronica della memoria). in breve,queste tecniche permetterebbero di indurre a distanza in un soggetto uno stato di trance ipnotica,di inviargli sensazioni, comandi,allucinazioni e di cancellare il ricordo sia delle istruzioni ricevute sia delle azioni conseguenti.
Si farebbe uso di una versione estremamente sofisticata e miniaturizzata dello Stimoceiver di Delgado,che deve essere impiantato nel corpo della vittima,a contatto con una terminazione nervosa. Questo strumento sarebbe in grado di inviare stimoli ipnotici e attraverso di esso sarebbe anche possibile trasmettere suggestioni post-ipnotiche,capaci di indurre il soggetto a compiere azioni al di fuori della propria volontà.La cancellazione del ricordo si otterrebbe interferendo nella trasmissione dei segnali elettrochimici fra le cellule del cervello,mediante campi magnetici indotti da fasci di microonde.
Anche in questo caso,gli ufologi rammenteranno gli infiniti casi di "ore perdute" nelle testimonianze dei rapiti:ore nelle quali si verificano solo eventi che soltanto l'ipnosi profonda ha permesso di riportare a galla.E ricorderanno anche i "raggi" di vario tipo,in seguito ai quali le vittime hanno perso la cognizione di sè. Sarebbe dunque la CIA (o qualche altra struttura Super segreta ) la vera responsabile delle abductions? È l'ipotesi portata avanti da Cannon e da quanti sostengono che i rapimenti effettuati finora costituirebbero le "prove sul campo" delle apparecchiature per il controllo della mente umana,in vista dell'asservimento generale dell'umanità.Gli alieni sarebbero soltanto una mascheratura,una "operazione discredito" architettata per celare i veri responsabili e i veri intendimenti. Altri - come i pazienti di Donna Higbee - sostengono invece l'ipotesi extraterrestre e c'è chi afferma che le tecnologie per il controllo della mente umana siano uno dei "prezzi" pagati dagli alieni alle autorità governative per avere copertura e mano libera nelle loro misteriose attività biologiche sul nostro pianeta.
Attualmente, è impossibile tracciare conclusioni.
Una prima risposta,forse,potrà aversi dall'esame degli "impianti" estratti dal corpo dei rapiti.Sempre che le ricerche al riguardo proseguano e si estendano.

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Rivista Ufo magazine n.4 1997 £ire 5.000
QUEL CHIP NEL CERVELLO DI FRANCESCO RAVELLO